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Il leopardo e l'elefante.6

Dunque bambini,
Come si chiama il leopardo? … Arci! Bravi
E l'elefante?… Lelè! Bravissimi

Vedo che siete stati attenti.

Oggi racconteremo di un giorno in cui Arci incontrò uno strano stranissimo animale. Un animale che non aveva mai visto in vita sua.

Era una giornata come tutte le altre nella savana. Non è che nella savana ci sia granché da fare. I piccoli leopardi sonnecchiavano sdraiati all'ombra di Lelè, che essendo un elefante di ombra ne possiede parecchia.
Ogni tanto qualcuno diceva qualcosa:
- Che sete!-
oppure:
-Che caldo!-
Arci aggiungeva:
- Che noia!.
Arci si annoiava sempre. Ad un certo punto il sole era alto nel cielo, proprio sopra al centro e il caldo aveva sciolto pure qualche pietra. Siccome il caldo si misura in gradi centigradi lì c'erano 47° virgola settantacinque, che è un gran caldo davvero.
Più o meno i gradi della cioccolata quando la mangi e ti brucia la lingua.
Questo gran caldo bruciava le zampe dei leopardi, che essendo piccoli avevano la pelle sottile, quindi nessuno si voleva muovere per giocare con Arci.
- Dai, vieni a giocare con me - diceva Arci a Scossa, la sua amica.
- Non ci penso proprio, ho ancora le bolle sotto le zampe da ieri.-
- Uffa come sei noiosa, le femmine sono noiose, dai andiamo sino al fiume a fare i tuffi-
Al sentire queste parole Lelè uscì dal suo sonnellino e con la proboscide gli diede un colpo catapultandolo sette metri e quaranta centimetri più in là.
- Nessuno andrà al fiume senza il mio permesso- lo minacciò Lelè.
Arci si alzò e si scrollò la pelliccia:
- Guarda questa grandissima testa d'un elefante che mi obbliga ad annoiarmi qui. Che elefante noioso, che vita noiosa, che savana noiosa, che caldo noioso.-
E si sdraiò un pochino distante dagli altri perché era arrabbiato.
Il caldo diventò feroce, era così cattivo che sembrava morsicasse la pelliccia.
Arci non ne poteva più.
S'accorse ad un certo punto che i suoi amici e anche Lelè erano profondamente addormentati, così decise di andarsene al fiume da solo.
- Adesso vado al fiume e mi rinfresco, qui si crepa di caldo, mi si arriccia la pelliccia.-
E quatto quatto sgattaiolò via.

SPLASH

Appena arrivato al fiume Arci si tuffò:
- Ah come è bella la vita senza rompiscatole tra i piedi, che fresco - e nuotò avanti e indietro lungo il fiume. Ad un certo punto però si accorse che tra gli alberi c'erano strani rumori.
-Cos'è questo rumore di tuono? Eppure il cielo è limpido, ma sembra un temporale in arrivo!-
Siccome era solo e piccolo e il rumore continuava si impaurì.
Uscì dal fiume e si nascose nel cavo di un albero.
Infatti se sei un piccolo leopardo con una meravigliosa pelliccia è meglio che te la tieni stretta.
Quindi Arci fece questa volta qualcosa di intelligente.
Il rumore continuava e si avvicinava: Brrrrroooom brrrrooooom brrrroooom brrrrrrrrom brom brom pom pom broom.
Così passò vicino ad Arci uno stranissimo animale.

Lo strano animale.

Dunque questo animale era grande, grande più di Lelè.
Poi non aveva le zampe, no, aveva delle strane cose di una forma rotonda che giravano continuamente senza fermarsi mai.
Poi non aveva occhi come tutti gli animali che Arci conosceva, ma un unico grande occhio davanti tutto brillante. La sua schiena era tutta verde come quella della tartaruga però quadrata.
L'animale passò veloce: Brrrom brrroooooom broooom, sollevava molta polvere sulla strada, poi Arci vide che il suo sedere aveva una forma quadrata, con una coda fissa che non si muoveva come le code degli altri animali e da questa coda l'animale faceva continuamente la cacca.
Però non era una cacca come le altre, no.
Arci pensò:
-Che strano, le mie cacche sono marroni e cadono a terra, puzzano di cacca, invece questo strano animale fa una cacca leggera che sale in aria come la polvere e non puzza di cacca, puzza di di di di……. bò, non lo so di cosa puzza.

Così Arci aspettò che l'animale con la cacca leggera andasse via e tornò a nuotare.
- Cavolo- esclamò ad un certo punto Arci - devo tornare altrimenti Lelè si sveglia e sono guai.-
Corse al grande albero, Lelè dormiva ancora.

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