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Il leopardo e l'elefante. 7.

Arci e lo strano animale.

Arci arrivò ai grandi alberi con il pelo ancora bagnato dai tuffi nel fiume.
Il suo cuore batteva fortissimo perché, in preda allo spavento per aver visto l'animale dalla cacca leggera, aveva corso a perdifiato.
Però cercò di rimettersi a posto altrimenti Lelè svegliandosi avrebbe potuto intuire qualcosa.
Si sistemò un pochino lontano da Lelè, allungò le zampe e ci mise sopra il muso, poi chiuse gli occhi e fece finta di dormire.
Lelè invece non dormiva, gli elefanti dormono con un occhio chiuso e uno aperto e aveva visto tutto.
Lelè sbadigliò poi disse:
-Arci, perché hai il pelo bagnato?

Arci racconta dello strano animale.

Arci non rispose. Aveva sentito bene bene, non era sordo, ma sperava che Lelè cadesse nella trappola.
Lelè sbadigliò di nuovo, poi ripeté:
- Allora Arci, sto aspettando la risposta-
Questa volta Arci sentì appena appena una nota secca nella voce di Lelè e, siccome era un leopardo intelligente, pensò che gli conveniva rispondere.
Così iniziò da lontano, da molto lontano:
- Dunque Lelè, sai che 34 giorni fa la temperatura era di 43 gradi, poi 27 giorni fa si è alzata un poco, 43, 7 gradi, poi c'era quel grande cumulonembo nel cielo e le mangrovie fanno umido…-
Lelè intanto aspirò un sassolino con la proboscide.
Arci continuò:
- Poi di notte l'igrometro si è rotto e la pressione barometrica segnava pioggia e afa    …  AHIA!!.
Arci urlò di dolore.
Lelè gli aveva sparato contro il sedere il sassolino, usando la proboscide come un lanciarazzi.
Arci pensò che Lelè era davvero cafone e pure permaloso, gli disse:
- Ma certo che io sono proprio sfortunato!  Di tutti gli elefanti pazienti che esistono nel modo, in Africa, in India, nei circhi europei e negli zoo privati americani, a me ne doveva capitare uno impaziente! Che fretta c'è, sto raccontando.-
-Stai raccontando balle- disse Lelè.
Arci sottovoce disse:
-Spero che tu finisca imbalsamato in museo.-
 Lelè però non sentì, o fece finta di non sentire.
Però Arci accorciò parecchio il suo discorso:
- Avevo caldo e e …e…e…e ho deciso di fare un bagno nel fiume.-
Lelè lo guardò storto.
- Ecco, vedi Lelè, ho avuto paura perché ho visto un animale con le zampe rotonde, un unico grande occhio, e una cacca leggera e bianca che gli usciva continuamente dal sedere e saliva in cielo.-
Lelè si drizzò in piedi:
-Dove lo hai visto?-
- A a a a a al fiume.- Balbettò Arci.

Lo strano animale è una jeep.

Lelè lasciò i grandi alberi e iniziò ad incamminarsi verso il fiume.
Arci lo seguiva, siccome aveva paura di rivedere l'animale dalla cacca leggera camminava tra le zampe di Lelè.
-Ahi-, -Ohi-. Ogni tanto le zampe di Lelè in movimento gli pestavano la coda.
Arrivarono al fiume ma non c'era nulla.
Lelè osservò a terra e vide le orme.
Arci, che era intelligente, disse:
-Lelè, ma questo animale striscia, non stacca mai le zampe da terra?-
Infatti le impronte erano continue.
Lelè gli rispose:
-Arci, questo non è un animale, si chiama jeep e appartiene ad un animale chiamato uomo. Hai visto anche un uomo?-
Arci domandò:
- E come è fatto l'animalechiamatouomo?-
Lelè gli disse:
-Bè, questo significa che non lo hai visto, altrimenti lo avresti capito subito.-
Allungò lo sguardo oltre il fiume e disse:
-Presto ne vedrai uno.-

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