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Visualizzazione dei post da 2024

Il leopardo e l'elefante.9

All'ombra dei grandi alberi tutto andava avanti come sempre. Anzi, a dire la verità, non c'era nulla che andasse avanti. Sembrava che tutto fosse immobile, niente si muoveva, il cielo non cambiava mai colore, l'afa rendeva l'aria irrespirabile, non c'era spazio per pensare a null'altro che non fosse il caldo, caldo, caldo, tutto era caldo, l'unica presenza viva in quella savana spopolata e silenziosa era il caldo. In quel caldo feroce i piccoli leopardi non avevano voglia di muoversi né di giocare, stavano sempre spaparanzati all'ombra a sonnecchiare, solo la noia faceva compagnia alle loro giornate. Oltretutto Lelè non voleva sprecare saliva a raccontare storie. In una di quelle ore tutte uguali di quei giorni tutti uguali di quel caldo tutto uguale si sentì un rombo. I leopardi si raddrizzarono e annusarono l'aria, Lelè sollevò le orecchie, stettero tutti fermi ad ascoltare quello strano suono. Era lo stesso rombo  dell'animale dalla c...

La coccinella Giannella.

Sai cosa sono le coccinelle? Sono degli animali rossi piccoli, ma piccoli, ma così piccoli che io senza occhiali non li vedo. Però siccome  quando avevo i tuoi stessi anni li vedevo molto bene, posso spiegarti come sono fatti. Iniziamo: immagina di prendere una bella mela rossa, la tagli a metà e la poggi sul tavolo a pancia in giù, le metti due antenne, poi ci fai 7  macchie nere e rotonde sopra. Ecco questa mela è diventata quasi una coccinella rossa, gigante però...quelle vere sono piccole. Ci vorrebbero le zampe... Le zampe come accidenti si possono fare non lo so e bisogna che a questo problema si trovi al più presto una soluzione, perché anche se non le vedo bene mi ricordo che le zampe le ha. Poi è un insetto quindi le zampe ci vogliono assolutamente. Manco in serpente possiamo trasformarlo, perché un serpente rotondo a forma di mezza mela non esiste su tutta la faccia della terra. Intanto raccontiamo la storia di questa coccinella poi risolviamo il problema...

La storia della ranocchietta.

C'era una volta una ranocchietta. Questa ranocchietta era, come tutte le ranocchiette, verde verde. Verde brillante che si vedeva da lontano e certe volte pure di notte. Come tutte le ranocchiette aveva una rana mamma, che le voleva molto bene ma ogni tanto la rimproverava perché faceva i capricci o disubbidiva. Però la ranocchietta era buona e affettuosa e sempre gentile, le piaceva nuotare nell'acqua, saltare di foglia in foglia, acchiappare al volo le zanzare per mangiarle e giocare con le sue amiche farfalle. Viveva nello stagno, era una vita felice e divertente però c'era una cosa che alla ranocchietta sarebbe piaciuto fare e non faceva perchè la mamma lo proibiva.  La nostra piccola ranocchietta verde verde brillante non voleva stare nello stagno che è umido e pieno d'acqua ma voleva giocare con le farfalle sul bel prato pieno di fiorellini bianchi. La mamma ( voce cupa ) lo aveva proibito perchè...nel prato viveva un  grosso grosso grosso grossissimo serpen...

Frizz Pazz e la torta ai peli di cane.

Dunque, Frizz era il bambino, Pazz il cane. Ormai li conosciamo bene, Frizz voleva molto bene al suo cane e dal momento che Pazz andava matto per le caramelle frizzanti Frizz ne comprava due tutti i giorni. Una per lui e una per il cane. Però la mamma, la nonna, il nonno, i cugini, le maestre, la bidella, il panettiere, il macellaio, la commessa del market, il postino non volevano per niente bene al cane Pazz, e lo scacciavano sempre. Frizz era molto arrabbiato per questo, tutti odiavano il suo cane, che in fondo era solo un pochino sporco e appena appena puzzolente. Un bel giorno venne organizzata una festa di paese. Era una festa alla quale tutti partecipavano, sulla piazza grande di fronte alla chiesa e al municipio, con tanti palloncini colorati, tanta musica, e tante cose buone da mangiare. Ciascun abitante del paese doveva portare un dolce, una torta, una ciambella, una crostata, dei biscotti, insomma qualcosa di buono. Frizz era contentissimo di poter andare alla festa m...

Fizz e Pazz. E la nonna.

Frizz è un bambino e Pazz è il suo cane. Questo cane Pazz era un cane brutto, ma brutto, ma così brutto che nessuno lo voleva vicino e se lo vedevano scappavano. Se una vecchietta lo vedeva iniziava a correre zoppicando per allontanarsi, le mamme gli urlavano contro, i bambini a volte gli lanciavano pietre ( voce triste ). Pazz era però un cane un po' dispettoso e ne combinava di tutti i colori, era buono solo con Frizz. Pazz aveva un debole per due cose: l'aranciata frizzante e le caramelle frizzanti. C'era solo un piccolo problema, l'aranciata frizzante e le caramelle frizzanti gli facevano venire un gran mal di pancia, e lui poveretto doveva fare tanta ma tanta ma proprio tanta cacca. E per un cane è sempre un problema. Insomma Pazz non sapeva mai dove farla, e le vecchie le mamme e le nonne urlavano ancora di più perchè Pazz la faceva sul marciapiede, sugli ingressi delle case, ai giardini, davanti alle scuole e davanti agli asili. Un bel giorno Frizz andò ...

La storia della formicuzza.

C'era una volta, nel bel mezzo della campagna, un formicaio. Il formicaio è la casa delle formiche. Le formiche lo costruiscono scavando con le loro piccole piccole zampette la terra. Ma quante zampette ha la formica? Bè, la formica ha innumerevoli zampette, ben sei! Con queste zampe sono capaci di costruire la loro casetta. Le formiche si costruiscono una bella tana sotto la terra, fatta di tante stanze e in ogni stanza succedono delle cose. C'è la stanza per la cucina, lì le formiche tutte insieme cucinano il grano, c'è la stanza per la nanna, e le formiche dormono tutte insieme con letti vicini vicini e alti alti di tanti piani, in ogni piano una formica. Poi c'è la stanza della tv, e le formiche hanno tanti cartoni animati e il loro preferito sapete qual è?  E'...  (scelta libera) . Però in questa bella casetta sotto terra con tante formiche tutte vicine vicine e tutte insieme ce n'era una diversa. Era, questa Formicuzza, diversa dalle altre perché n...

Frizz e Pazz. La parrucca.

Una storia molto scorretta per i vostri bimbi. Dunque, spero che ricordi chi era Frizz...Bravo, il bambino. E come si chiamava il cane? Pazz!! Bravissimo. Dunque Frizz e Pazz erano molto amici, e passavano tutto il loro tempo insieme. Però Frizz doveva andare all'asilo ( a scuola ) e Pazz non poteva entrare. Bè, non è che i cani possano andare all'asilo, poverini, devono aspettare a casa oppure potrebbero essere portati al canile se stanno fuori, ma il canile è un posto triste, e i cani lì non hanno un padrone. Così Frizz andava da solo, perchè aveva paura che l'accalappiacani si portasse via Pazz mentre lui era a scuola. Frizz si annoiava senza Pazz, e Pazz si annoiava senza... Frizz. Ma un bel giorno Frizz, mentre seguiva la spiegazione della sua maestra, ebbe un'idea! Poteva travestire Pazz da bambino e portarlo a scuola e farlo sedere nei banchi. Così Frizz andò in un negozio, comprò una parrucca e la mattina dopo preparò Pazz. Gli mise in testa una parru...

L'oca Palla

C'era una volta un'oca. Si chiamava Palla, era bianca col becco arancione e non faceva l'uovo perché era un maschio. Quest'oca Palla viveva in un laghetto, in un parco di una grande città. Passava il tempo a camminare sul prato, a nuotare, a riposare col becco sotto l'ala. Ma il suo passatempo preferito era assistere alle partite di calcio. Accanto al laghetto c'era infatti un campetto di calcio che il pomeriggio si riempiva di bambini, l'oca Palla camminava dondolando di fronte alla recinzione, si metteva di fianco e col suo occhio azzurro fissava la partita. Muoveva il lungo collo di qua e di là per seguire la direzione del pallone, quando c'era un gol e i bambini urlavano anche l'oca Palla allungava il suo collo bianco e gridava al cielo: - QUAQUAQUA QUA QUA -. Poi sbatteva un pochino le ali, si rassettava le penne e si rimetteva a guardare la partita. Un bel giorno però un calcio potentissimo fece volare il pallone sopra la recinzione...

Frizz e Pazz e il gatto Circuito.

Bentornati. Dunque, Frizz chi era? Il cane? Giusto, era il bambino. E Pazz il suo cane. Il cane Pazz era brutto, ma brutto, ma così brutto  ( ai bambini piacciono molto le iperboli ) che sembrava appena uscito dal frullatore. Aveva le zampe storte, la coda spelacchiata e il pelo tutto spettinato. Poi siccome mangiava qualche caramella di troppo aveva l'alito puzzolente per qualche dente marcio. Però era il cane preferito di Frizz e inoltre era anche il suo unico amico. Frizz e Pazz, che erano una cosa sola, odiavano i gatti. Tutti i gatti, anche i gattini. Anche i gatti di peluche, figurati! Un bel giorno arrivò il nuovo vicino di casa di Frizz. Era un signore alto alto, grosso grosso, grasso grasso, a dire la verità un po' sporco. Sapete perchè era sporco? Non lo indovinerete mai. Era sporco perché aveva i baffoni e quando mangiava non se li lavava mai. Quindi tra i suoi baffoni puzzoni c'erano tracce di sugo rosso, di cetriolini verdi e anche qualche fagiolo incrost...

Il leopardo e l'elefante. 5.

Dunque Arci e Lelè vivevano nella savana sotto il grande albero. Chi era il leopardo?  ( aspettare la risposta ) Chi era l'elefante? ( aspettare la risposta ) Un bel giorno Arci decise di accompagnare Lelè al fiume per prendere l'acqua.  Tutte le mattine all'alba Lelè andava al fiume che era lontano 400 metri e ventisette centimetri, per percorrere questa strada impiegava esattamente ventisette minuti e 40 secondi. Quella mattina Arci si svegliò prestissimo e iniziò a camminare con Lelè. Dopo i primi quindici centimetri Arci si era già stufato, perché i leopardi corrono molto veloci mentre Lelè stava ancora sollevando la prima zampa. Arci acchiappò Lelè per la proboscide e cercò di tirarlo: - Muoviti pelandrone. Lelè sollevò la seconda zampa. Allora Arci passò dietro Lelè e lo spinse. - Sposta questo culone! - esclamò. Ma Lelè posò lentamente a terra la prima zampa che aveva sollevato. Arci non ne poteva più, sarebbe arrivato prima a cavallo di una tartaruga. ...

Il leopardo e l'elefante.6

Dunque bambini, Come si chiama il leopardo? … Arci! Bravi E l'elefante?… Lelè! Bravissimi Vedo che siete stati attenti. Oggi racconteremo di un giorno in cui Arci incontrò uno strano stranissimo animale. Un animale che non aveva mai visto in vita sua. Era una giornata come tutte le altre nella savana. Non è che nella savana ci sia granché da fare. I piccoli leopardi sonnecchiavano sdraiati all'ombra di Lelè, che essendo un elefante di ombra ne possiede parecchia. Ogni tanto qualcuno diceva qualcosa: - Che sete!- oppure: -Che caldo!- Arci aggiungeva: - Che noia!. Arci si annoiava sempre. Ad un certo punto il sole era alto nel cielo, proprio sopra al centro e il caldo aveva sciolto pure qualche pietra. Siccome il caldo si misura in gradi centigradi lì c'erano 47° virgola settantacinque, che è un gran caldo davvero. Più o meno i gradi della cioccolata quando la mangi e ti brucia la lingua. Questo gran caldo bruciava le zampe dei leopardi, che essendo piccoli ...